Nel settore dell’aviazione civile, la gestione dello stress lavorativo è una delle principali sfide che influiscono sulla sicurezza dei voli. La responsabilità che grava sui piloti e le decisioni critiche che devono prendere quotidianamente rendono questa professione particolarmente delicata. Basta un errore minimo, magari dovuto alla stanchezza o a una gestione inefficace dello stress, per causare conseguenze di vasta portata.

Uno studio recente, condotto dal Professor Piercarlo Minoretti e dal suo team, ha analizzato in profondità questa problematica, concentrandosi su due biomarcatori dello stress: il cortisolo e il DHEAS (deidroepiandrosterone solfato). La ricerca ha coinvolto 120 piloti di linea, valutando come le variabili del loro ambiente di lavoro influiscano sui livelli ormonali e, di conseguenza, sul loro benessere psicofisico.

I fattori analizzati

Lo studio ha preso in esame vari elementi della vita professionale dei piloti, tra cui:

  • Ruolo ricoperto (comandante o primo ufficiale)
  • Anni di esperienza
  • Ore di volo totali e annuali
  • Durata del riposo tra i voli
  • Lunghezza delle rotte

Tra questi fattori, è emerso un dato particolarmente significativo: la durata del riposo tra i voli ha un impatto diretto sui livelli di stress. In particolare, i piloti con meno di un’ora di riposo tra un volo e l’altro presentavano livelli di cortisolo più alti e livelli di DHEAS più bassi rispetto a coloro che disponevano di pause più lunghe. Questo fenomeno è stato riscontrato anche dopo aver escluso altri fattori potenzialmente influenti.

Biomarcatori dello stress e sicurezza dei voli

Il cortisolo e il DHEAS non sono semplici indicatori numerici: rappresentano la risposta biologica del corpo a situazioni di stress. Un aumento del cortisolo può compromettere la capacità di concentrazione, rallentare il processo decisionale e ridurre i tempi di reazione. Per un pilota, questi sono elementi essenziali per garantire un volo sicuro.

Lo studio dimostra chiaramente che tempi di riposo insufficienti non sono solo un problema di benessere individuale, ma una questione di sicurezza collettiva. I livelli ormonali alterati indicano un corpo sotto pressione, meno in grado di sostenere le sfide di una cabina di pilotaggio.

Verso una gestione migliore dello stress

Ottimizzare i tempi di riposo tra i voli è fondamentale per garantire elevati standard di sicurezza e proteggere la salute dei piloti. Questo richiede una collaborazione stretta tra:

  • Compagnie aeree
  • Enti regolatori
  • Esperti di salute del lavoro

L’obiettivo deve essere quello di trovare soluzioni che bilancino le esigenze operative con il benessere dei professionisti del volo.

Lo studio condotto dal Professor Piercarlo Minoretti rappresenta un importante passo avanti nella comprensione di come lo stress influisca sui piloti e, di riflesso, sulla sicurezza dell’intero sistema dell’aviazione civile. Un invito a riflettere e agire per migliorare le condizioni di chi, ogni giorno, ci guida nei cieli.

Per approfondire ulteriormente la ricerca e i suoi risultati, è possibile consultare la pubblicazione: Short Rest Between Flights Is Associated With Increased Serum Stress Hormone Levels in Airline Pilots: A Cross-Sectional Study.”